Fonte: http://www.michelcollon.info/index.php 16 Dicembre 2009
Intervista a cura di Catherine Hernández, William Urbina e Bachir Ahmed
Il colpo di stato in Honduras e l’installazione di 7 nuove basi militari USA in Colombia, mostrano chiaramente un’escalation dell’aggressione contro i movimenti di liberazione in America Latina … Come vedete questa situazione?
In primo luogo, l’Alternative Information Center è una organizzazione israelo-palestinese, che sostiene le lotte dei popoli dell’America Latina e, in secondo luogo, vede negli sviluppi sociali e politici dell’America Latina la speranza, non solo per l’America Latina, ma anche per noi stessi, perché il conflitto in America Latina tra i popoli e l’impero, e il conflitto che si svolge qui, adesso, in Medio Oriente, sono strutturalmente affini.
Non mi riferisco solo ai metodi violenti utilizzati, parlo dei metodi che sono stati sperimentati qui in Medio Oriente – l’occupazione – è per questo che dico che stiamo parlando di un legame strutturale sia per quanto riguarda l’oppressione imperialista militare che per la resistenza; non è un caso. In verità, l’occupazione della Palestina e il conflitto innescato dalle forze armate israeliane sono diventati un laboratorio dove fare sperimentare tecnologia e tattiche militari, che vengono poi applicate in America Latina.
Le stesse tecnologie, armi, pensando ai mezzi teleguidati (aerei senza pilota, carri armati senza equipaggio, ecc.) che vengono utilizzati in America Latina, sono già stati utilizzati e testati qui, in Medio Oriente, in particolare nella Striscia di Gaza, contro il popolo palestinese. Questo è un primo elemento.
L’altro è che l’esercito israeliano e le società private istituite da generali e colonnelli israeliani, sono ora direttamente coinvolti nella repressione in America Latina, o come istruttori (occupandosi dell’addestramento militare) o direttamente coinvolti nelle operazioni. Da due anni, almeno, sappiamo che i leader sionisti esportano il loro macabro modello (come il Plan Colombia), ma oggi la loro presenza è stata rivelata e questa informazione circola con maggiore forza, dopo gli eventi del Honduras.
Come vedete ciò, da voi?
Nel nostro caso, abbiamo visto chiaramente tutto questo durante l’operazione che ha portato all’assassinio di Raúl Reyes. Abbiamo visto che questa era una classica tattica dell’esercito israeliano, voglio dire, l’operazione militare attraverso il quale Reyes è stato assassinato, seguita poi dal caso clamoroso del computer di Reyes. Queste tattiche sono state già usate qui. Portavano la firma dell’esercito israeliano. Apparentemente, nell’uccisione di Reyes, gli ufficiali israeliani erano responsabili per l’addestramento e non dell’operazione stessa. Inoltre, sappiamo chiaramente che ci sono stati contatti e collegamenti diretti tra i trafficanti di armi e l’esercito israeliani da un lato, e i paramilitari colombiani e il governo colombiano stesso, dall’altro. Su questo punto, possiamo fare un nome: il colonnello Yair Klein, è ormai un fatto storico, per quanto riguarda la vendita di armi ai paramilitari colombiani di cui sopra.
Per quanto riguarda l’Honduras, attualmente, dove si è verificato l’intervento israeliano in America centrale, è un intervento che non data da oggi. La presenza di ufficiali israeliani, attivi o in pensione, in America centrale, iniziò durante la rivoluzione in Nicaragua, dove vi era un colonnello israeliano presso Somoza. Oggi sappiamo che ci sono armi israeliane in Honduras e sappiamo che l’IDF addestra l’esercito dell’Honduras. Ma dobbiamo tener conto che si parla di argomenti che sono segreti, nessun giornale pubblica tali informazioni. Ecco perché dobbiamo rispettare i principi che costituiscono la base dell’informazione giornalistica.
Quali informazioni avete sul ruolo svolto da queste imprese di “sicurezza” di Israele, dalla cooperazione con gli Stati Uniti e dalla strategia del governo israeliano?
Ci sono vari livelli che devono essere analizzati. Il primo è quello di chiedersi perché una società privata, e non lo stato stesso, intervengono direttamente. Questo aspetto ha avuto un rapporto molto stretto con la politica contrassegnata dall’ideologia neoliberista, che implica la privatizzazione di tutto. E’ stato privatizzato, in America Latina e nel mondo, ogni bene sociale e tra gli ultimi beni sociali che hanno privatizzato – e questo è fin troppo evidente per quanto riguarda la guerra in Iraq – ci sono gli eserciti. Noi siamo al centro di un processo in cui, per il capitalismo e per l’imperialismo, è più redditizio ricorrere alle forze di sicurezza private, piuttosto che a un esercito nazionale. E questo è il motivo per cui Israele è all’avanguardia nel neoliberismo, ha optato per la privatizzazione della esportazione della sua tecnologia militare. Se torniamo alla Colombia, le cui informazioni in nostro possesso sono più abbondanti, sappiamo che la società privata, che ha portato l’esercito colombiano a uccidere Reyes, ha ricevuto dieci milioni di dollari per questa operazione, e parlo di informazioni già pubblicate in Israele. Inizialmente, la Colombia ha cercato il Mossad, il servizio segreto israeliano, chiedendo aiuto. Il servizio segreto ha dato i numeri di telefono, i contatti con le aziende private e con personale che svolge anche compiti per il Mossad. Questo è il primo elemento che deve essere considerato, vale a dire che stiamo parlando di un sistema complesso, in cui l’ideologia neoliberista è coinvolta.
Il secondo elemento è che Israele, storicamente, e quando dico “storicamente” possiamo tornare indietro agli anni ’60, prima degli anni ‘70, è un subappaltatore del lavoro sporco degli Stati Uniti. Per ragioni politiche e altre, ci sono cose che gli Stati Uniti non possono fare, e qui inizia il ruolo di subappaltatore di Israele. Lo abbiamo visto già, in tutto ciò che sappiamo di America Latina, Africa e Asia, dove Israele come stato prima, e poi con le aziende private, ha fatto il lavoro sporco. Quando Somoza era insostenibile, gli israeliani erano lì a difenderlo. Quando si è trattato di sostenere i paramilitari in Colombia, le imprese private israeliane erano lì e hanno venduto le armi ai paramilitari, perché era una cosa che gli Stati Uniti non hanno potuto fare per vari motivi o interessi. Quindi, Israele appare come un sub-appaltatore che lavora per conto degli Stati Uniti.
Ora abbiamo bisogno di prendere in considerazione – perché si devono anche guardare le cose dal punto di vista della resistenza – che ci sono delle contraddizioni. Si deve, quindi, vedere come possiamo usare queste contraddizioni, perché è vero che Israele è un subappaltatore che dipende dai compiti affidatigli dagli Stati Uniti, ma è anche vero che ha i suoi propri interessi. Ed allora noi vediamo che in molti casi Israele sta cercando di vendere armi e fornire addestramento, andando ben oltre i limiti che gli Stati Uniti gli hanno assegnato.
Quindi dobbiamo usare due cose dal punto di vista della resistenza: primo usare questa contraddizione; quindi, dal momento che è Israele che fa il lavoro sporco, è molto importante una campagna per il boicottaggio d’Israele, evidenziando in particolare la vendita di armi, soprattutto in America Latina. Perché, ad esempio, è abbastanza scioccante che queste società di sicurezza private che, da un lato, uccidono persone in America Centrale e fanno parte dei paramilitari in Colombia, dall’altro hanno contratti statali con il Brasile e con l’Argentina. Quindi dobbiamo anche cominciare a mobilitare la gente, per cacciare queste aziende di sicurezza israeliane.
Per quanto riguarda il Venezuela, Daniel Ayalon (Vice Ministro degli Affari Esteri di Israele), l’ha descritto come una base iraniana in America Latina, come vedete il Venezuela dal punto di vista della resistenza?
Lo Stato di Israele vede il Venezuela come asse del male, semplicemente. Israele ha i suoi veri interessi in Medio Oriente. Si trova ad affrontare l’Iran, perché l’Iran è diventato una base della resistenza all’imperialismo, nella regione. E l’Iran non è uno stato piccolo, ma uno stato che ha la capacità militare di opporsi a quello che Israele sta facendo.(*) Può essere un pericolo per Israele, e perciò Israele sta cercando di isolare l’Iran. Ma il Venezuela ha rotto l’isolamento dell’Iran, diventando così il nemico delle politiche israeliane. Perché il Venezuela non è solo il Venezuela: è l’ALBA, sono i rapporti con l’America Latina; ma anche i rapporti con il Brasile, e il Brasile ha relazioni con l’Iran, e ciò spezza la strategia di Israele per isolare l’Iran.
Sergio Yahni è direttore dell’Alternative Information Center di Gerusalemme.
Fonte originale: kaosenlared.net
*Questo, è solo questo, è la vera ragione della propaganda denigratoria sparsa a piene mani, anche in Italia, da vari soggetti ‘dirittoumanitaristi unilaterali’, dalle catene occidentali della disinformazione strategica e dalle varie conventicole militanti, pseudo-politiche e pseudo-informative, di centro, destra o sinistra. NdT.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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